Fmi, le nuove stime sull'Italia e il sentiero stretto che ora mette in discussione il Def

Corriere della Sera ECONOMIA

Non è la prima volta che in tempi recenti il Fondo monetario internazionale esprime un certo scetticismo sulla direzione dell’Italia. Aveva iniziato a farlo il suo capoeconomista Pierre-Olivier Gourinchas circa sei mesi fa, in un’intervista al «Corriere», riguardo ai tagli delle tasse nella legge di bilancio ora in esecuzione. I risultati di deficit dell’anno scorso, almeno al 7,2% del prodotto lordo, sono lì a dire che nel complesso le preoccupazioni del Fmi non erano del tutto infondate. (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri media

Dopo la forte ripresa post recessione, l'economia dell'Italia si sta ora orientando verso ritmi di crescita "in linea con il potenziale", ha sottolineato Berger durante la conferenza stampa sul rapporto sulle prospettive in Europa, e il rallentamento che il FMI pronostica sul 2026 – con un limitato +0,2% del PIL – riflette il venir meno del Superbonus e l'incertezza sui fondi del PNRR. (LA STAMPA Finanza)

Negli anni recenti l'Italia è cresciuta, ma andando avanti la dinamica non è favorevole: la crescita è prevista frenare e i costi di finanziamento del debito saliranno. Ci sono pressioni per la spesa. (Tiscali)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 19 apr - Le economie europee avanzate con livelli di debito relativamente elevati dovrebbero attuare un consolidamento fiscale piu' significativo e anticipato rispetto a quanto previsto dalle attuali politiche delle autorita', ad esempio, Belgio, Francia e Italia'. (Il Sole 24 ORE)

È il suggerime… (la Repubblica)

Oggi nel suo Fiscal monitor prevede un aumento del debito/pil molto superiore a quanto previsto nel Documento di economia a finanza e prescrive quindi all’Italia “ulteriori sforzi di bilancio nei prossimi due anni”. (Il Fatto Quotidiano)

Una crescita che in Italia oscilla intorno al potenziale, allo 0,7% nel 2024 e 2025, "per via dei programmi di investimento, con la politica di bilancio che gioca un ruolo". E che nel 2026 crolla allo 0,2% "con il superbonus che arriva ad esaurimento, e il Pnrr che continua ad esserci ma non con così tanta forza". (l'Adige)